Innovazione ed Evoluzione d’impresa per l’impatto

In tre edizioni sono state accompagnate 62 aziende, si sono candidate oltre 100 imprese

e sono stati coinvolti più di 200 studenti

Al via la IV edizione di Impact Prototypes Labs – IP Labs, un programma di apprendimento collettivo realizzato dal Cottino Social Impact Campus e dedicato alle imprese del territorio piemontese e alle studentesse e studenti dei Corsi di Laurea Magistrali del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.

IP Labs è un programma pratico di formazione e accompagnamento, rivolto alle imprese che intendano affrontare un percorso di evoluzione e innovazione strategica, organizzativa, manageriale, attraverso progetti che coniughino gli obiettivi di competitività e posizionamento sul mercato con la realizzazione e misurazione dell’impatto positivo generato.

Finanziato per oltre 140mila euro, IP Labs è sostenuto da Fondazione Cottino, dalla Camera di commercio di Torino e da UniCredit e supportato da un’importante rete di partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Fondazione Piemonte Innova, Api Torino, Confindustria Canavese, Unione Industriali di Torino, YES4TO, Unigens e Torino Social Impact.

Il programma è utile alle imprese che vogliano analizzare la propria situazione di partenza, immaginare nuove opportunità, acquisire nuove competenze e strumenti, essere guidate da una tutorship competente in strategia aziendale, gestione, misurazione dell’impatto e confrontarsi con menti giovani per accogliere nuove visioni e competenze.

Allo stesso tempo, in IP Labs le studentesse e gli studenti universitari hanno l’opportunità di vivere un apprendimento pratico, entrare in contatto con le aziende del territorio ed affacciarsi al mondo del lavoro, imparando a gestire progetti di innovazione, volti alla generazione di impatto positivo.

I team composti da imprese e studenti saranno accompagnati dai tutor del Cottino Social Impact Campus e del CeVIS, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’Impatto, nato da un accordo strategico fra Fondazione Cottino e Camera di commercio di Torino, Torino Social Impact.

“Oggi per un’azienda non è più solo essenziale realizzare progetti ad impatto, ma anche misurarne gli effetti concreti generati all’interno e all’esterno dell’azienda stessa – sottolinea Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus e Presidente della Fondazione Cottino. IP Labs offre l’opportunità di confrontarsi con una materia complessa, avendo a disposizione gli attori sul territorio più competenti in questi ambiti. Aver aggregato un ecosistema di partner su un tema di tale attualità e importanza strategica per le aziende è stato per noi un obiettivo importante fin dalla prima edizione del programma”.

Siamo alla quarta edizione di IP Labs e oggi possiamo dire che la formula è consolidata e di successo: il dialogo tra studenti e imprese è sempre vincente e di grande ispirazione proprio quando si parla di innovazione e impatto sociale – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il nostro territorio mette in campo le migliori professionalità grazie alla partecipazione degli atenei, del Cottino Social Impact Campus e del CeVis, il Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’impatto, una realtà che abbiamo fortemente voluto per avere a disposizione dati certi sul valore dell’operato delle imprese”.

“Crediamo molto nel progetto Ip Labs perché dedicato alle imprese e ai giovani, afferma Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit. UniCredit vuole investire nel futuro delle nuove generazioni per generare un impatto positivo nelle comunità in cui opera e per consentire loro di sprigionare tutto il loro potenziale, sia come futuri imprenditori che come soggetti attivi di una società che sta cambiando e si sta innovando.”

Dopo la fase di selezione delle aziende tra le candidature ricevute, inizierà l’abbinamento dei team composti da imprese, studenti e tutor, che da ottobre 2024 lavoreranno insieme per elaborare un progetto di innovazione, finalizzato a generare maggiore impatto, attraverso il miglioramento interno e iniziare ad applicare le metodologie di pianificazione, gestione, misurazione dell’impatto.

Il bando per le imprese è aperto da oggi fino al 15 giugno https://www.cottinosocialimpactcampus.org/transformative-education-and-learning/impact-prototypes-labs-2024-2025/. Il programma IP Labs terminerà a febbraio 2025 con l’Impact Day, l’evento conclusivo che avrà l’obiettivo di dare spazio ai team per presentare a imprese, studenti, partner istituzionali, accademici e datoriali il risultato del lavoro svolto durante il percorso.

QUALCHE STORIA DALLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLE SCORSE EDIZIONI DI IP LABS

Nelle precedenti tre edizioni sono state accompagnate 62 aziende e sono stati coinvolti più di 200 studenti. Tra le aziende che hanno partecipato, alcune esperienze sono diventate vere e proprie occasioni di crescita e sviluppo aziendale. Tra queste, ad esempio, la storica azienda produttrice di bottoni di alta moda F.lli Bonfanti, premiata nella scorsa edizione, ha invece lavorato a un nuovo prodotto fortemente innovativo, un bottone “intelligente” che funge da dispositivo di SOS. Oggi l’azienda è accompagnata da I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino.

Ri-generation prima azienda in Italia a rigenerare elettrodomestici, ha partecipato ad IP Labs con l’obiettivo di identificare e misurare l’impatto sociale generato dall’attività aziendale. Gli studenti si sono concentrati sul metodo da utilizzare e poi hanno identificato i KPI strategici, sviluppando poi un modello ad hoc.

Overlab, realtà che fornisce ai propri clienti prodotti e soluzioni che coniugano i valori ESG alle tecnologie digitali per l’efficientamento della produzione, ha lavorato a un modello operativo per creare coesione tra i collaboratori, quasi tutti in Full Smart Working. Al termine del programma, Overlab ha assunto in azienda una componente del team degli studenti, laureata in Systemic Design, diventata oggi Sustainability Specialist.

CIAC – Consorzio InterAziendale Canavesano per la formazione professionale, ha avviato un progetto di sostenibilità sociale in Canavese prendendo in gestione un bar/tavola fredda che a marzo 2024 è diventato una delle portinerie di comunità della rete italiana di cultura popolare.

Per HIND – Holding Industriale S.p.A., holding company che investe nei settori di eccellenza del Made in Italy, IP Labs ha rappresentato l’occasione per sviluppare due progetti: la redazione del primo Bilancio di Sostenibilità di Beste S.p.A. e l’identificazione di possibili soluzioni per la rigenerazione e valorizzazione delle rimanenze di tessuti, pelle e capi finiti, al fine di consentire al Gruppo di aziende di ottenere un valore aggiunto attraverso il recupero dei prodotti.

L’Energy Service Company (ESCo) COESA con gli studenti della scorsa edizione di IP Labs, ha infine creato KeepTheSun, un marketplace di compravendita dedicato al fotovoltaico usato. La piattaforma lanciata a inizio 2024 ha ricevuto decine di richieste di compravendita di cui alcune sono andate online, altre direttamente in trattativa con la rete di stakeholder.

Delta Visione, realtà innovativa che offre soluzioni nella progettazione, costruzione e installazione di sistemi di marcatura industriale, tracciabilità, visione artificiale e macchine di selezione, ha lavorato a un importante piano di welfare sostenibile, predisponendo una reportistica attraverso la quale monitorare risorse economiche dedicate e gradimento delle azioni approvate.

Sei un’impresa del territorio piemontese, interessata a fare un percorso di innovazione ed evoluzione strategica, organizzativa, manageriale, grazie all’impatto?

Candidati alla IV edizione IP Labs, entro il 15 giugno 2024.

Quali metodi possono essere integrati per valutare l’impatto sociale e quali possono risultare efficaci per ampliare la comprensione delle esperienze personali e dei cambiamenti provocati da un progetto o un’attività?

Per rispondere a tali quesiti, nei prossimi mesi, la Community delle Valutatrici e Valutatori del Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto (CeVIS) sarà impegnata in una serie di incontri formativi destinati ad esplorare e sperimentare differenti metodi possibili, ciascuno dei quali offrirà una molteplicità di approcci e dati utili alla misurazione. 

I primi due incontri dell’anno si focalizzano sul “Metodo Narrativo” che si configura come un innovativo approccio nella valutazione dell’impatto sociale, proponendo un focus centrato sulle storie di vita e sulle esperienze individuali. 

A differenza degli approcci tradizionali basati su dati quantitativi o qualitativi, il Metodo Narrativo si concentra sulle narrazioni personali e sulle storie di vita dei soggetti coinvolti. Questo approccio cattura la complessità delle esperienze umane e offre una prospettiva più intima e partecipativa.

Il primo incontro si è tenuto giovedì 25 gennaio 2024, presso il nostro Campus, con la docenza della dott.ssa Maria Giulia Marini, Direttore Scientifico Area Sanità e Salute ISTUD e Presidente EUNAMES, European Narrative Medicine Society. 

In tale occasione abbiamo realizzato alcune interviste per permetterVi di conoscere questo Metodo e le attività del CeVIS. 

Maria Giulia Marini, Direttore Scientifico Area Sanità e Salute ISTUD e Presidente EUNAMES, European Narrative Medicine Society

Abbiamo, inoltre, raccolto le impressioni a caldo di due Valutatrici: Emanuela De Sabato di Futura Law Firm e Clarissa Amateis di Vol.To ETS – Volontariato Torino

Emanuela De Sabato, Futura Law Firm
Clarissa Amateis, Vol.To ETS – Volontariato Torino

Cosa è quindi emerso da questo incontro formativo? 

  1. Le storie personali di coloro che hanno beneficiato di un progetto o di attività ad impatto, possono trasmettere in modo vivido e tangibile l’effetto del cambiamento sociale generato e vissuto. Raccogliere e documentare queste storie di successo con l’approccio narrativo può fornire una prospettiva umana che va oltre i dati quantitativi.
  2. Le interviste narrative consentono di approfondire le esperienze personali. Attraverso domande aperte, è possibile raccogliere dettagli sulle sfide affrontate, i momenti chiave di cambiamento e come il progetto o l’attività ha influenzato positivamente la vita delle persone coinvolte.È importante anche prestare attenzione alla terminologia utilizzata durante l’intervista, calibrandola in base allo stile narrativo desiderato.
  3. Analizzare le storie raccolte per identificare temi comuni può rivelare aspetti intangibili dell’impatto sociale. Questa analisi tematica fornisce una comprensione più approfondita dei cambiamenti sottostanti e delle dinamiche sociali.
  4. Integrare metriche qualitative nei processi di valutazione, come la qualità delle relazioni e il senso di appartenenza, può aggiungere profondità all’analisi. Questi aspetti qualitativi spesso sfuggono ai tradizionali indicatori numerici e anche ai metodi qualitativi che si basano su rilevamenti limitati (es.questionari), ma sono cruciali per valutare l’impatto sociale.
  5. Coinvolgere la comunità nel processo narrativo non solo rende il processo più inclusivo ma aggiunge anche autenticità alle storie raccolte. La partecipazione attiva delle persone interessate garantisce una rappresentazione accurata dell’impatto.
  6. Creare rapporti che combinino storie narrative con dati quantitativi offre una visione più completa e convincente dell’impatto sociale complessivo. Affrontare le divergenze tra punti di vista differenti rappresenta il punto di partenza per collaborare con un’ottica globale verso l’implementazione e lo sviluppo continuo dei progetti o delle attività.

In conclusione possiamo affermare che l’utilizzo di un approccio narrativo nella misurazione dell’impatto sociale consente di andare oltre la superficie dei numeri, catturando la complessità delle esperienze umane coinvolte. Integrare storie di successo, interviste narrative e analisi tematiche può arricchire la comprensione dell’impatto sociale, consentendo agli attori coinvolti di adattare e migliorare i propri sforzi per il bene comune

Il prossimo incontro della Community, previsto in aprile, continuerà a trattare il metodo narrativo attraverso un’ action learning su “what to do” e “how to act” in casi pratici di valutazione d’ impatto. 


Che cos’è la Community delle Valutatrici e Valutatori del CeVIS? 

Una community popolata da competenze, valori e conoscenza che contribuisce alle attività e alle progettualità del Centro. La rete, animata dall’hub, è un luogo di scambio di buone prassi, sviluppo professionale e peer learning su temi legati alla valutazione d’impatto.

Per entrare a far parte della Community scrivi a centrovalutazione@cottinoimpact.org

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Torino 25 gennaio 2024 – Giunge oggi al termine la prima fase del Master in User Experience per l’Inclusive Design, quella d’aula, con la presentazione dei cinque project work realizzati dai quindici talentuosi studenti, alla presenza delle aziende partner e della faculty, composta sia da docenti del Politecnico di Torino ed ISTUD Business School sia da professionisti ed esperti del settore. I partecipanti entreranno ora nella seconda fase prevista dal percorso: lo stage retribuito, della durata di sei mesi, presso importanti ed affermate realtà aziendali, agenzie di comunicazione e società di consulenza per le quali stanno sostenendo processi di selezione e già un terzo di loro ha trovato un’opportunità. 

Giuseppe Dell’Erba, Direttore Generale Fondazione Cottino

Il Cottino Social Impact campus è partner di questo nuovo progetto formativo che pone nuovamente per la sua essenza una particolare enfasi sulla crescita, l’istruzione e lo sviluppo professionale dei giovani, nonché sulla sostenibilità a lungo termine creando un impatto significativo nelle comunità come già avvenuto in passato.

“Le presentazioni di oggi costituiscono un passaggio molto importante nel percorso di sviluppo umano e integrale dei giovani partecipanti al Master. Non solo rappresentano l’applicazione pratica di quel set di competenze tecniche, professionali, di quelle abilità trasversali e creative, di quelle capacità critiche assorbite durante tutto il percorso formativo; sono soprattutto la loro testimonianza concreta di passione, investimento e impegno per il progresso sociale ed economico al tempo stesso. Tale Master è esempio di quella formazione trasformativa che rappresenta un pilastro fondamentale per il successo di ognuno dei giovani partecipanti al Master e delle relative comunità. L’approccio filantropico che ci vede impegnati è quello di essere per loro moltiplicatore di soluzioni innovative per affrontare le sempre più complesse sfide della nostra contemporaneità, e fornir loro strumenti per partecipare attivamente alla costruzione di una società più aperta e inclusiva. “

Giuseppe Dell’Erba, Direttore Generale Fondazione Cottino

Francesco Milanesio, Executive Creative Director e Associate Partner di Triplesense Reply – Membro del comitato scientifico del Master  

Ripercorriamo ora insieme le tappe salienti di questo percorso.

Il 20 giugno 2023 avevamo presentato al Campus la prima edizione del Master in User Experience per l’Inclusive Design, organizzato da ISTUD Business School e Politecnico di Torino, che ci vede partner con Triplesense Reply, agenzia di consulenza creativa e di design.

L’obiettivo dichiarato è stato quello di formare una nuova figura professionale: quella dell’UX Inclusive Designer, ovvero un professionista in grado di creare prodotti digitali che siano accessibili e utilizzabili da un’ampia varietà di utenti, indipendentemente dalle loro abilità, età, genere, origine etnica o altre caratteristiche.

Una figura professionale che il mercato richiede fortemente poiché le aziende stanno comprendendo sempre di più il valore commerciale di prodotti digitali inclusivi. Oltre ad adempiere agli obblighi normativi, un design inclusivo può ampliare il mercato di riferimento e migliorare l’esperienza complessiva degli utenti, portando a una maggiore soddisfazione e fidelizzazione.

Inoltre, in un mercato sempre più competitivo, le aziende cercano di differenziarsi offrendo prodotti che mettono in primo piano l’inclusività. Gli UX designer specializzati possono contribuire a sviluppare prodotti che si distinguono per la loro accessibilità e usabilità.

L’ avvio ufficiale del Master si è poi tenuto al Cottino Social Impact Campus, sede del Master nella prima fase d’aula, il 25 settembre 2023, accogliendo un gruppo di quindici giovani studenti, provenienti da tutta Italia ed appartenenti a percorsi accademici differenti, che hanno intrapreso questo percorso formativo con entusiasmo e curiosità, desiderosi di esplorare il potenziale dell’Inclusive Design. Ognuno di loro ha portato con sé una visione unica e la volontà di creare esperienze digitali che abbracciassero la diversità.

Nell’arco di questa prima edizione gli studenti hanno conosciuto più di trenta docenti e professionisti che li hanno posti di fronte a dilemmi etici, sfide tecniche e la necessità di superare i preconcetti nel design tradizionale.

Una fase importante quella della portfolio review: ovvero dell’analisi dettagliata dei portfolio UX degli studenti con focus sull’Inclusive Design. Il processo ha compreso una sessione plenaria per ispirare e sessioni individuali per un’analisi approfondita, affinando abilità e progetti di ogni studente.

Inoltre, per fornire agli studenti un’esperienza utile nell’applicare le conoscenze teoriche acquisite durante il percorso di studio sono stati assegnati loro cinque project work basati su esigenze reali e attuabili di cinque aziende partner appartenenti a differenti settori di mercato.

Ecco i cinque project work presentati nella giornata del 25 gennaio 2024:

Per Agos S.p.A.  «Instant Lending» a cura di Bianca Pani, Domenico Germoglio, Alessandro Assale;

Per Carrefour «L’App Carrefour come asset digitale strategico del journey

omnicanale del cliente che si muove tra mondo e-commerce e retail» a cura di Sofia Piccinelli, Sofia De Biasi, Federico Principe;

Per CNH Industrial «User Experience nel processo di comunicazione con i propri concessionari/dealers» a cura di Michela D’Urso, Michela Risso, Maria Luciana Madau

Per HAVAS CX «L’intelligenza artificiale a servizio del medico» a cura di Andrea Conzato, Mirco Zancone, Aldo Marzo;

Per VMLY&R «Sviluppare un servizio per migliorare la salute orale dei bambini» a cura di Elisa Bonino, Michela Roberto, Anita Raviola;

“La cifra del Master UXiD è stata la focalizzazione sull’Inclusive Design e la partecipazione degli enti attuatori, degli studenti e delle aziende che hanno costituito il field network del Master. Con oggi si conclude la prima parte del Master, quella della fase d’aula. Ma non è finita, anzi!, da domani inizia l’immersione della cartina tornasole del Master, ossia l’esperienza degli studenti nelle organizzazioni. Gli auguriamo di poter dare il meglio, di poter esprimere appieno le loro potenzialità, mettendo a frutto quanto appreso durante le lezioni e nei project work con le aziende, che hanno attraversato tutta la fase d’aula.  Cosi sì che potremo considerare davvero concluso, e con piena soddisfazione, il lavoro svolto per e con loro in questa prima edizione del Master “

Roberta Geusa, Responsabile BU Master e Programmi per i Giovani e Responsabile Placement Master. 


“Dialogo e Hands-on: sono questi gli aspetti più importanti di questo Master, come Interaction Designer e come coordinatore scientifico. È questa la matrice. Ovvero mettere alla prova studentesse, studenti e faculty su un progetto reale concordato con le aziende partner fin dai primi giorni. Credo sia un modo per connettere tutti gli attori, di espandere e applicare le conoscenze, di fare ricerca applicata sempre, sfruttando le capacità empatiche della UX. È stato quindi un progetto condiviso che ha cercato di includere in primis la community creata in aula e che pone solide basi per la seconda edizione.”

Andrea Di Salvo, Direzione scientifica Master in User Experience per l’Inclusive Design 


“Sono stati mesi molto intensi per le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato al Master. Mesi in cui, insieme ai docenti, hanno potuto toccare con mano le molteplici discipline che supportano l’attività quotidiana di UX Designer, concentrandosi sugli aspetti dell’inclusività, ormai irrinunciabili. Per chi, come me, ha lavorato alla costruzione di questo Master per oltre un anno è un momento importante ed emozionante perché chiude la fase d’aula insieme e dà il via a un’altra esperienza questa volta in azienda. Tutto ciò che abbiamo vissuto non può che spronarci a fare ancora meglio nei prossimi mesi per realizzare la seconda edizione.”

Francesca Montagna, Prof. ssa Associata di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione nel Politecnico di Torino 


“Concludere la prima fase del master è un passo importante di crescita personale e professionale. Gli studenti iniziano la loro esperienza nelle diverse aziende portando con sè, non solo un bagaglio di conoscenze  tecniche e specialistiche ma una prospettiva più olistica ed inclusiva del design capace di considerare una vasta gamma di capacità ed esperienze umane. Auguro a loro la possibilità di fare la differenza, con la consapevolezza che il vero successo si trova nell’includere e valorizzare ogni individuo.  

Francesco Milanesio, Executive Creative Director e Associate Partner di Triplesense Reply – Membro del comitato scientifico del Master  


L’augurio da parte di tutti noi è che la loro curiosità e voglia di imparare un futuro digitale più inclusivo e accessibile per tutti non si esaurisca mai, per lasciare un’impronta digitale di inclusività e innovazione nel loro cammino e in quello di tutta la comunità di oggi.

Marella Maramazza, Direttore Generale ISTUD

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Premiata Fratelli Bonfanti con “B_OND” e menzione di merito del Cottino Social Impact Campus all’impresa Ri-generation.

F.lli Bonfanti, storica azienda produttrice di bottoni di alta moda, è l’impresa premiata alla 3° edizione di Impact Prototypes Labs IP Labs, primo programma pratico per lo sviluppo di progetti aziendali di sostenibilità e ad impatto sociale per innescare processi innovativi che contribuiscano a generare, insieme, impatto positivo. L’impresa ha sviluppato il progetto B_OND, un bottone “intelligente” che funge da dispositivo di SOS che, se premuto, invia la propria posizione GPS e un messaggio di richiesta d’aiuto a numeri preregistrati inseriti su una apposita app. Il dispositivo è pensato per aiutare le persone, e in particolare le donne, in una situazione di pericolo o difficoltà. Al progetto ha lavorato il team composto dagli studenti del Politecnico di Torino Giorgia Ficili, Mattia Ciarpella, Mattia Cicchinè, Edoardo Domenella, e dell’Università di Torino Tamar Tomaradze.

Il progetto è stato premiato, si legge nella motivazione della giuria “per aver ricercato, attraverso l’innovazione tecnologica applicata a un prodotto tradizionale, una soluzione ad elevato impatto sociale a beneficio di ragazze e donne che si trovino in situazioni di pericolo percepito, in tal modo contribuendo a porre fine a ogni forma di discriminazione e violenza sulle donne sia nella sfera privata sia in quella pubblica, attraverso il coinvolgimento attivo della comunità”.

La F.lli Bonfanti è una storica azienda familiare con sede a Torino che produce bottoni alta moda in Italia dal 1946. Da San Francisco a New York, Londra, Parigi passando per Roma, Monaco di Baviera e Osaka, i bottoni Bonfanti sono nelle migliori mercerie e negozi di lane, tessuti e accessori moda.

La menzione di merito del Cottino Social Impact Campus è andata all’azienda Ri-generation, società benefit con sede a Vinovo che rigenera elettrodomestici. Il progetto sviluppato nell’ambito di IP Labs è un progetto “problem driven” volto a rendere più incentivante per le imprese produttrici di elettrodomestici il loro sistema di rigenerazione, attraverso il beneficio di impatto sociale come leva per aumentare la loro sostenibilità e trovare nuove aree di sviluppo del mercato.

Il progetto ha ricevuto la Menzione per l’alto impatto sociale positivo generato come si legge nella motivazione del Comitato Scientifico: “per aver integrato ed arricchito un modello di business nativamente orientato al paradigma dell’economia circolare ad obiettivi di impatto sociale intenzionale, misurabile ed addizionale. L’innovazione di business model, che si arricchisce di importanti strategie di partenariato con rilevanti attori di mercato, è impreziosita dall’intento di includere minori e adolescenti in condizioni di svantaggio attraverso attività di formazione e di acquisizione di nuove capacità.”

Al progetto ha lavorato il team composto dagli studenti del Politecnico di Torino Enrico Ferramosca, Francesco Monaca e Mariantonietta Piconio. “Assistere alla presentazione dei progetti, che hanno saputo interpretare il paradigma dell’impatto ESG insieme ad una community di oltre 200 persone tra imprenditori, manager, docenti, tutor e studenti, è la conferma del successo della terza edizione di IPLabs  dedicata all’innovazione di modelli di business, di prodotti e servizi, di riorganizzazione dei processi e di ampliamento delle competenze– commenta Cristina Di Bari, CEO del Cottino Social Impact Campus e Presidente della Fondazione Cottino. – Un capitale relazionale e di competenze di così ampio respiro rafforza la nostra convinzione che stiamo andando nella giusta direzione che ci vedrà in futuro sempre impegnati per accompagnare e misurare la sostenibilità in tutte le sue espressioni.”

La 3° edizione del programma ha visto 31 imprese del territorio piemontese lavorare per oltre 4 mesi alla realizzazione di 28 progetti ad impatto sociale. Grazie al lavoro a stretto contatto con gli 86 studenti delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino, i 13 docenti con i 30 tutor di Cottino Social Impact Campus e di UniGens si è giunti all’individuazione delle dieci finaliste: Bart, C.IA.C, Coesa, Euro Stamp 1, Fratelli Bonfanti, Labins, Marazzato Soluzioni Ambientali, Ri-generation, Trafilplast, Zama Solutions per aver interpretato al meglio la sfida dell’Impact Economy in base ai criteri di originalità della soluzione proposta, di rilevanza del tema sociale affrontato e di qualità delle metodologie adottate.

La terza edizione di IP Labs, che aveva preso il via il dicembre scorso proprio da Palazzo Birago, si conclude oggi con la presentazione dei progetti finalisti, che per qualità e valore confermano la validità della formula proposta, che fa dialogare studenti e imprese sui temi dell’impatto sociale – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Si conferma oggi anche l’importanza del lavoro svolto dal Cottino Social Impact Campus, che proprio pochi giorni fa ha inaugurato insieme a noi il nuovissimo Centro di Competenze per la Valutazione e Misurazione dell’Impatto, caso unico in Italia e best practice a livello europeo”.

Per Francesco Brizio, Responsabile Stakeholder & Territorial Developement Development Region Nord Ovest Unicredit, “la sostenibilità è una necessità fondante che riguarda il mercato e le generazioni future, oltre che una grande opportunità. La sfida che viene posta alle imprese è un paradigma di sopravvivenza per le aziende e gli istituti bancari devono ripensare al loro ruolo in questa direzione”.

Le imprese che hanno partecipato hanno avuto l’opportunità di accedere a un programma di apprendimento collettivo con cui esprimere e valorizzare le loro potenzialità e capacità di generare impatto sociale positivo; di comprendere le principali sfide legate alle grandi trasformazioni ambientali e sociali di scala globale; di individuare e qualificare opportunità di innovazione; di conoscere e confrontarsi con altre imprese; di incontrare e lavorare con giovani ad alto potenziale interessati ai temi dell’innovazione e dell’impatto.

IP Labs edizione 2022-2023 è stato possibile grazie ad un investimento complessivo di oltre 200 mila euro della Fondazione Cottino, della Camera di commercio di Torino e di UniCredit e realizzato dal Cottino Social Impact Campus. Tra gli elementi distintivi del programma l’importante ecosistema di competenze, reputazione e partnership: Camera di commercio di Torino, UniCredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens e Torino Social Impact.

L’Impact Day, i progetti vincitori e le aziende coinvolte sono anche state raccontate in questi articoli:


Martedì 18 luglio, dalle 17 alle 20, le 31 imprese e gli 86 studenti che hanno partecipato alla terza edizione di Impact Prototypes Labs, scopriranno i progetti finalisti che meglio hanno saputo sviluppare innovazione e la creazione di impatto sociale in azienda.

L’Impact Day, l’evento conclusivo di progetto, sarà un momento di confronto e condivisione tra aziende, partner e atenei che negli scorsi mesi hanno collaborato e si sono formati nel percorso di apprendimento sistemico e di rete ideato dal Cottino Social Impact Campus per generare impatto sociale grazie all’unione di imprenditori piemontesi e studenti delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino e del Collegio Einaudi.

All’evento, moderato dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Filomena Greco, oltre all’annuncio dei 10 progetti ritenuti maggiormente di valore e dei due vincitori dell’edizione 2023, i partecipanti potranno conoscere la storia di Alessi S.p.A. e del suo impegno sulle tematiche dell’impatto grazie alla partecipazione di Nicoletta Alessi, Benefit Manager dell’azienda e ascoltare un interessante dialogo tra i partner del progetto (vedi locandina).

L’evento, a porte chiuse, sarà dunque un’occasione di incontro e networking in linea con tutto il programma pratico di sviluppo di soluzioni prototipali a impatto sociale, finanziato da Fondazione Cottino, Camera di commercio di Torino e UniCredit e realizzato da Cottino Social Impact Campus. 

Tra gli elementi distintivi del programma l’importante rete di partner: Camera di commercio di Torino, Unicredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens e Torino Social Impact.


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Un modello per l’Italia e una best practice a livello europeo.

La valutazione d’impatto, ormai, è diventata uno strumento essenziale per gli investimenti pubblici e privati, a livello nazionale e internazionale. Il capoluogo piemontese ha assunto un ruolo chiave in questo processo; è stato presentato ieri presso il Cottino Social Impact Campus il Centro di competenze per la valutazione e misurazione dell’impatto, nato dall’accordo tra la Fondazione Cottino e la Camera di commercio di Torino – Torino Social Impact – e di cui Cottino Social Impact Campus ha assunto nel 2022 la guida scientifica, strategica e la gestione. Una realtà che rappresenta un caso unico in Italia e una best practice a livello europeo.

Per comprendere l’importanza di questo strumento, basti pensare che gli investimenti ad impatto in Italia sono raddoppiati e hanno raggiunto nel 2022 la quota di 35,4 milioni di euro (da Il Sole 24 ore del 12 maggio 2023). Stando al Rapporto EVPA Report «Accelerating Impact. Main takeaways from the first harmonised European impact investment market sizing exercise» del dicembre 2022, in Europa il mercato degli investimenti ad impatto è stimato a 80 miliardi di euro. La cosiddetta finanza a impatto necessita di avere una valutazione affidabile e comparabile dei risultati di impatto generati dai suoi investimenti.

Oggi solo in Piemonte si può contare su 5.500 realtà organizzative a impatto sociale, di cui circa 2.300 unità nel territorio della città metropolitana di Torino.

La valutazione dell’impatto sociale è indispensabile non solo per il Terzo Settore, ambito in cui è nata e si è sviluppata, ma anche per la pubblica amministrazione e le imprese. Oggi, anche a fronte della grande quantità di risorse finanziarie pubbliche che stanno arrivando sul mercato, ad esempio tramite il Pnrr, la misurazione dell’impatto deve essere affidabile e qualificata, così come la sua rendicontazione, per dare risposte reali ai problemi urgenti della società, come la povertà, l’immigrazione, la bassa scolarità, le discriminazioni, la mancanza della casa, ecc.

Con un finanziamento su base triennale di oltre 400mila euro della Fondazione Cottino , il Centro si pone come punto di interazione tra istituzioni pubbliche e private, soggetti rappresentativi della Cooperazione, del Volontariato, del Sindacato, degli ordini professionali, insieme ai soggetti di rappresentanza delle aziende private, per sviluppare competenze e cultura sulla Valutazione e misurazione dell’impatto sociale, a beneficio dell’intero sistema, e soprattutto, per definire e sperimentare soluzioni innovative in cui l’impatto sociale sia sempre più valorizzato, anche finanziariamente.

«Il Centro rappresenta una nuova tappa del percorso intrapreso da Torino nel campo dell’economia d’impatto, all’interno del quale il Campus Cottino assume un ruolo di primo piano nel fornire professionalità, strumenti e occasioni di studio e aggiornamento sulle strategie del futuro», commenta Cristina Di Bari, Ceo di Cottino social impact campus e Presidente della Fondazione Cottino. «La misurazione degli impatti è sia un atto di responsabilità nei confronti degli stakeholder e della società sia una grande opportunità per orientare gli investimenti e le strategie verso obiettivi e processi di innovazione inediti e sperimentali».

«Con il Centro si sta costruendo un luogo di competenze dell’impatto sociale, tema su cui Torino ha un ruolo all’avanguardia», commenta Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino. «La visione verso l’impatto non è solo una vocazione del mondo produttivo, ma una scelta strategica e politica che, è dimostrato, rende le imprese più performanti anche sul piano economico. È un fatto, così come lo è la necessità di autorevolezza e scientificità e il Centro di competenza ha trovato nel Cottino Social Impact Campus la sede più opportuna: abbiamo già avuto modo di coglierne e apprezzarne la preparazione, le capacità e le potenzialità. Ad esempio, con i percorsi formativi IP Labs, che permettono di instaurare un rapporto stretto tra studenti e imprese».

Al progetto partecipano, come partner accademici, l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, il Collegio Carlo Alberto, e grazie alla collaborazione con gli attori partecipanti al Centro, è stata creata una community di oltre 30 valutatori, profili di eccellenza sul piano nazionale ed internazionale, sono stati individuati da Lega Cooperative, Confcooperative, l’Ordine Dottori Commercialisti, Vol.To, le rappresentanze sindacali, l’Unione Industriali di Torino, Confindustria Canavese.


Tra le attività del Centro vi sono:

A supporto del Centro è stata avviata la piattaforma di content sharing collaborativo a disposizione di tutti i soggetti interessati che il Centro ha creato per offrire formazione, sperimentazione di nuove pratiche valutative, supporto metodologico ai valutatori, validazione e certificazione di interventi sul campo, networking tra i migliori centri di studio nazionali e stranieri sui temi dell’impatto.

Ad oggi sono oltre 100 le risorse su tutto il territorio nazionale che stanno andando a costituire i primi dati del repository del Centro, ma i ricercatori sono al lavoro e stanno arricchendo il database di nuovi dati.

Il Centro è stato inoltre individuato come soggetto realizzatore del Protocollo di intesa per la Misurazione dell’impatto sociale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la riqualificazione urbana per la collaborazione tra la Città di Torino, la Camera di commercio di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo, siglato lo scorso settembre con validità fino a tutto il 2024, con l’obiettivo di mettere a punto e sperimentare soluzioni innovative per tenere in conto, anche sul piano della monetizzazione, gli impatti sociali nel processo di immissione e valorizzazione sul mercato dei beni immobili pubblici.

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Il percorso ISTUD – Politecnico di Torino, in collaborazione con Triplesense Reply e Cottino Social Impact Campus sarà presentato il 20 giugno alle ore 10:30 presso il Campus. 

L’Italia, con i suoi oltre 36.000 operatori, un valore aggiunto generato nel 2021 di 3 miliardi e oltre 60.000 occupati, è il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nel comparto del design.

Il World Economic Forum indica le professioni del design tra gli ambiti di lavoro in maggiore crescita da qui al 2030. Ursula von der Leyen ha posto al centro dell’iniziativa transdisciplinare del nuovo Bauhaus

europeo per il green deal un approccio guidato da principi ispirati al design. Molto però è ancora da fare nell’ambito della progettazione di esperienze digitali inclusive, se pensiamo che il 98% dei siti in Italia

non sono in linea con i diritti privacy di utenti svantaggiati (fonte Federprivacy), e che la legge Stanca obbligherà – a partire dal 2025 – siti e app all’adeguamento a criteri di accessibilità nei contenuti e

fruibilità nelle informazioni offerte verso tutti gli utenti.

Il nuovo master in User Experience per l’Inclusive Design, organizzato da ISTUD Business School e Politecnico di Torino, con la partnership di Cottino Social Impact Campus e Triplesense Reply, si

inserisce in questo scenario, con l’obiettivo di formare la nuova figura professionale dell’UX Inclusive Designer, responsabile della progettazione di esperienze (digitali e non) in cui la diversità e la disabilità

diventano punti focali per disegnare servizi innovativi, accessibili e inclusivi. Attraverso un approccio che unisce competenze di design, tecnologia, management, impatto sociale.

Il master in User Experience per l’Inclusive Design si rivolge a persone con provenienze di studio diversificate: tecniche e ingegneristiche, umanistiche, economico-sociali e in generale a chi è

interessato alla progettazione di esperienze digitali con attenzione all’accessibilità, all’inclusività, alla sostenibilità.

L’idea di questo nuovo programma è nata dalle esigenze delle imprese che ricercano figure multidisciplinari, sensibili e competenti in questo ambito. Oltre 20 organizzazioni di tutti i settori – dalla

consulenza alla finanza, dalla comunicazione alla produzione; del mondo profit e del terzo settore – hanno sposato il progetto e sono ora pronte ad inserire gli studenti nelle proprie strutture.

Servizi digitali, internet e tecnologie sono parte fondante di ogni aspetto della nostra vita. Rappresentano il canale di accesso a salute, denaro, lavoro, informazione, trasporti, intrattenimento e interazioni

sociali. Per questo è fondamentale che siano fruibili da tutte le persone, senza esclusioni. Progettare per l’inclusione è utile a incentivare la creatività e l’innovazione. Il design diventa così una forza per il

cambiamento, un driver che genera nuove soluzioni e un catalizzatore per la trasformazione sociale.

Il percorso partirà a Torino, il prossimo 25 settembre, all’interno del Cottino Social Impact Campus, situato nel cuore della Cittadella Politecnica, Corso Castelfidardo 30/A.

Le selezioni sono aperte.

Per maggiori info :

Master in User Experience per l’inclusive design

Ecco la rassegna stampa:


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Un brevetto interessante e innovativo, nato sette anni fa dall’idea del giovane torinese Paolo Cagliero, che grazie al supporto dell’imprenditrice Silvia Stupino è entrato oggi a far parte dell’Impact Prototypes Labs, il programma pratico di accompagnamento allo sviluppo per imprese del territorio e studenti degli Atenei torinesi.

In questo articolo del Corriere, il giornalista Timothy Ormezzano intervista Paolo Cagliero, ideatore del progetto “WaterMaker”: un brevetto innovativo che si inserisce tra le possibili soluzioni per sconfiggere il problema ancora molto attuale della siccità, attraverso il riciclo dell’acqua di condensazione proveniente dai condizionatori.

Un progetto complesso per sviluppo e espansione che, grazie all’incontro con l’imprenditrice torinese Silvia Stupino dell’azienda RCA Imballaggi, è stato selezionato all’interno dell’Impact Prototypes Labs, il primo programma pratico di sviluppo di soluzioni prototipali a impatto sociale in collaborazione con le imprese del territorio piemontese. Insieme lavoreremo sullo studio di fattibilità del progetto e sulla possibilità di una sua diffusione sul territorio piemontese.

IP Labs si basa sulla collaborazione tra l’impresa e un gruppo multidisciplinare di studenti e studentesse appartenenti all’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino e del Collegio Renato Einaudi, accompagnati da docenti in un percorso di formazione project-based sui temi dell’innovazione e dell’impatto sociale.

Impact Prototypes Labs vuole essere un laboratorio in cui sperimentare idee che puntino a proporre soluzioni aziendali per importanti problemi sociali come ad esempio disuguaglianze, discriminazioni, fragilità e povertà educativa. Attraverso interventi innovativi in settori come le tecnologie digitali, la salute e il benessere, la casa, il cibo, le materie prime, la produzione sostenibile, la mobilità urbana, il territorio, le energie rinnovabili, la cittadinanza attiva.

Scopri il percorso Impact Prototypes Labs e le altre offerte formative nella sezione Education&Learning.


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Perché sostenibilità e impatto sono oggi così importanti per le aziende? Quali aree interne all’impresa vengono influenzate e devono essere modificate? Quali decisioni nuove devono essere prese per guidare il cambiamento?

A queste domande puntano a rispondere i 28 team di IP Labs formati da imprenditori e imprenditrici e oltre 80 studenti e studentesse, nei 5 mesi di pratica, sperimentazione e training on the job previste dal progetto. Lo faranno in quanto protagonisti diretti e attivi che, insieme, svilupperanno un progetto di innovazione verso la creazione di un vero impatto sociale.

Cosa porta le 31 imprese che hanno aderito al progetto – e le persone che le animano – a credere ed impegnarsi in un programma di sviluppo pratico di soluzioni di innovazione come quelle previste in Impact Prototypes Labs?

Le imprese che hanno aderito a IP Labs sanno che è necessario credere e impegnarsi nel paradigma della sostenibilità, perché da questo dipende il futuro proprio e della propria comunità di riferimento e sanno anche di dovere accedere a livelli di conoscenza e consapevolezza più elevati, che indirizzino le scelte e i comportamenti verso vette di visione e innovazione ancora più alte che nel passato, diventando i veri acceleratori dell’inclusione sociale e della transizione ecologica.

Cosa farà sì che in questi mesi di lavoro in comune, IP Labs diventi un vero processo di apprendimento, cambiamento e sviluppo culturale?

Come ha spiegato Marella Caramazza, Board Member del Campus, Direttore Generale di ISTUD Business School e docente nel percorso IP Labs durante il kick off, tenutosi venerdì 3 marzo, sono 6 i fattori motivazionali che hanno portato gli imprenditori ad aderire al progetto e che dovranno essere tenuti sempre accesi durante il percorso:

Con queste motivazioni 31 imprese che hanno deciso di dedicare tempo ed energie ad un percorso formativo e di accompagnamento che non vuole soltanto incidere sul piano dell’efficacia aziendale, ma anche generare ricadute positive sul territorio e sulle comunità di riferimento. Un percorso grazie al quale gli imprenditori e le imprenditrici non si limitano ad ascoltare, ma diventano protagonisti diretti attraverso la sperimentazione e l’approccio fortemente pratico del progetto. Che, partendo dalla sperimentazione e dalla esposizione a stimoli e concetti nuovi, necessariamente porta alla creazione di nuovi significati e modelli mentali, concettuali ma soprattutto culturali.

Lo stesso metodo di learning by doing che coinvolge anche studenti e studentesse del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino che, insieme alle imprese, si sono assunti l’impegno di cogliere la sfida dell’innovazione, con la consapevolezza del sempre maggior valore che la sostenibilità e l’impatto assumono in tutti i livelli dell’ecosistema torinese, dall’ambito socio-economico, a quello culturale e di comunità.

«Siamo nel secondo tempo della partita – sono le parole del professor Mario Calderini, Scientific Advisor del Cottino Social Impact Campus e Professore Ordinario della School of Management del Politecnico di Milano che è intervenuto con il suo keynote speech “Innovation for Purpose” nel corso del kick off – Il secondo tempo di una partita in cui le semplici azioni “green” sono state sdoganate, in cui le dichiarazioni di intenti non sono più abbastanza.
Le metriche ESG – Environmental, Social, Governance – dettano le macro aree su cui le agende politiche, commerciali e finanziarie lentamente iniziano ad allinearsi e che in IP Labs, grazie all’eterogeneità delle competenze degli studenti e delle studentesse partecipanti, potranno essere valorizzate grazie alla collaborazione, all’esperienza e alla compartecipazione delle imprese»

Intenzionalità, addizionalità e misurabilità – le tre dimensioni della sostenibilità – entreranno così a far parte del bagaglio culturale che le imprese introdurranno nella propria strategia per dare luogo a quella richiesta di trasformazione a cui il tessuto imprenditoriale è chiamato a rispondere. Ideare, concettualizzare e razionalizzare i contenuti della formazione sono infatti le tre fasi fondamentali con cui si realizza il processo di apprendimento collettivo e si genera una reale trasformazione culturale. Apprendere, far propri e calare nella propria realtà i concetti trasmessi, non relegandoli allo status di semplici nozioni, è ciò che serve per sviluppare quella consapevolezza capace di generare cambiamento.

È per tutte queste ragioni che il valore della formazione in IP Labs, multidisciplinare e innovativa, con docenti nazionali ed internazionali, è racchiuso nell’esperienza e nella capacità di sperimentare. Una didattica che permettere a tutte e tutti, imprese, tutor e giovani provenienti dagli Atenei torinesi, di riconoscere e comprendere i benefici della sostenibilità, osservando mutamenti tangibili e reali, e di assumere nuove consapevolezze dallo scambio di competenze esperte da una parte e visioni fresche dall’altra.

Impact Prototypes Labs è un programma di sistema che coinvolge alcuni dei maggiori player del territorio piemontese: Camera di commercio di Torino, UniCredit, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Universitario Einaudi, Unione Industriali Torino, API Torino – Associazione Piccole e Medie Imprese di Torino e Provincia, Confindustria Canavese, YES4TO, UniGens – Organizzazione di Volontariato, Torino Social Impact.


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Il progetto IP Labs è pensato per accompagnare le imprese del territorio alla scoperta di modalità nuove e compatibili con gli obiettivi di profitto pergenerare un impatto sociale positivo, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone nelle comunità di riferimento.

L’impatto sociale positivo che il progetto IP Labs mira a fare emergere è caratterizzato da alcuni elementi imprescindibili, che qualificano le strategie di sostenibilità delle imprese in senso generativo e trasformativo, rendendo le stesse degli elementi di posizionamento strategico distintivo e di competitività.

Abbiamo chiesto a Mario Calderini, Professore Ordinario presso la School of Management del Politecnico di Milano e Scientific Advisor del Campus, quali siano questi elementi fondamentali per le imprese e come si declinano nel progetto IP Labs.

«In primo luogo, l’adesione ai principi di intenzionalità, misurabilità e addizionalità che definiscono la triade di impatto. Intenzionalità significa, in breve, che chiediamo alle imprese di definire ex-ante gli obiettivi di impatto che intendono perseguire rendendoli espliciti e misurabili senza accontentarsi della semplice rilevazione delle esternalità positive che promanano dal normale esercizio del loro business. Misurabile significa appunto dotarsi di un sistema di metriche atto a rilevare affidabilmente i cambiamenti realizzati attraverso le iniziative. Addizionalità significa darsi obiettivi ambiziosi, senza limitarsi a quelle iniziative di sostenibilità e impatto che sono irrilevanti per scala e dimensione o a quelle che sono intrinsecamente legate alla gestione ordinaria del business. Al contrario, lo spirito di IP Labs è quello di legare la ricerca di impatto sociale a progetti di innovazione che consentano di esplorare forme non convenzionali di sostenibilità mantenendole compatibili con gli obiettivi di efficienza e profittabilità. In una parola, la sfida di IP Labs è quella di fare leva sui progetti di sostenibilità e impatto sociale per innescare processi innovativi che contribuiscano a realizzare, insieme e inscindibilmente, profittabilità e impatto».

In che modo le imprese possono generare impatto grazie a IP Labs?

«IP Labs si caratterizza per una ricerca di un impatto sociale positivo che non si limita al funzionamento interno dell’impresa e al miglioramento delle condizioni di benessere delle persone direttamente coinvolte nelle attività, ma guarda a un insieme ampio di stakeholder, includendo per esempio i clienti, i fornitori, tutti coloro che sono coinvolti nella supply chain fino anche a persone che potrebbero beneficiare indirettamente di caratteristiche dei prodotti, di competenze dell’impresa, o di asset produttivi. Per questa ragione, IP Labs accompagna le imprese a generare impatto sociale positivo su tre piani: quello delle operations (impatto realizzato attraverso interventi sui processi interni), quello dei prodotti o servizi (impatto realizzato attraverso innovazioni di prodotto o servizio orientate a generare impatto migliorando la profittabilità degli stessi) e quello delle allocazioni delle risorse finanziarie (la scelta di orientare le risorse finanziare ad allocazioni di partecipazione o investimento caratterizzate da forte allineamento con gli obiettivi di sviluppo sostenibile)».

Ma quali sono quindi le scelte e azioni che un’azienda può compiere per generare impatto sociale?

Esistono alcuni archetipi attraverso i quali generare impatto sociale positivo, intenzionale, misurabile e addizionale. Si può partire dalle operations, sviluppando pratiche volte a migliorare l’inclusione di persone svantaggiate, a promuovere la parità di genere e la diversity, a favorire l’integrazione e la multiculturalità. O ancora, includere nella propria supply chain soggetti di natura ibrida, esplicitamente orientati alla generazione di impatto sociale, ad esempio attraverso l’inserimento di soggetti svantaggiati o particolari caratteristiche della fornitura. Anche investire in innovazione dei propri prodotti e servizi è una possibilità per sviluppare caratteristiche che li rendano inclusivi, più accessibili e veicoli di miglioramento del benessere delle persone nelle comunità di riferimento. Un altro modo è quello di condividere delle proprie competenze, mettendole al servizio di chi intende sviluppare prodotti e servizi esplicitamente volti a risolvere problemi sociali, utilizzandole quindi per sviluppare nuovi prodotti e servizi con un esplicito obiettivo di impatto sociale. Si può scegliere poi di condividere anche i propri asset produttivi o logistici, mettendo questi ultimi a disposizione di chi necessiti capacità produttiva per realizzare prodotti e servizi con obiettivi di impatto sociale a basso costo. C’è chi decide di promuovere modelli di consumo orientati a generare impatto sociale positivo nella società o nelle comunità di riferimento o di innovare i propri modelli e servizi di welfare aziendale, anche attraverso la condivisione in rete basata su piattaforme di servizi e infrastrutture. Ovviamente si può intervenire anche sui propri investimenti finanziari, privilegiando nei criteri di allocazione quegli asset che rispondono a più elevati parametri di impatto sociale e in generale compiendo scelte strategiche che bilancino gli interessi della comunità, mitigando le logiche di profitto puramente estrattive, ad esempio nelle scelte di localizzazione, nelle fusioni e acquisizioni o nelle scelte di outsourcing.


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